La raccolta di olive
L’olivo è una pianta tipica della zona Mediterranea. L’olivo coltivato in queste zone appartiene alla vasta famiglia delle oleaceae che comprende ben 30 generi (fra i quali ricordiamo il Ligustrum, il Syringa e il Fraxinus); la specie è suddivisa in due sottospecie, l’olivo coltivato (Olea europaea sativa) e l’oleastro (Olea europaea oleaster).
É una pianta assai longeva che può facilmente raggiungere alcune centinaia d’anni: questa sua caratteristica è da imputarsi soprattutto al fatto che riesca a rigenerare completamente o in buona parte l’apparato epigeo e ipogeo che siano danneggiati. L’olivo è inoltre una pianta sempreverde, ovvero la sua fase vegetativa è pressoché continua durante tutto l’anno, con solo un leggero calo nel periodo invernale.
Il suo frutto sono le olive e il periodo migliore per la raccolta comincia con l’arrivo dell’autunno. Anche se il momento giusto è quando l’invaiatura, cioè il cambiamento di colore del frutto che da verde diventa violaceo e poi nero, è al 50-60%.
Ricordiamoci però che l’olivo è una pianta delicatissima e che se pratichiamo la bacchiatura per raccogliere le olive, tecnica che consiste nel percuotere i rami con delle pertiche per provocare la caduta del frutto su apposite reti, rischiamo di spezzare qualche ramo con il rischio che il Pseudomonas savastanoi, batterio penetri all’interno della pianta e provochi la formazione di proliferazioni tumorali di aspetto rugoso (la rogna dell’ulivo), sui rami e sul tronco. Per prevenire lo sviluppo e la diffusione di questa malattia, si consiglia di evitare di provocare ferite sulla pianta ed eventualmente disinfettarle e proteggerle con mastici cicatrizzanti.
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